giovedì 9 aprile 2015

Grande Guerra mtb: Kaiserjagerstrasse e il sentiero della pace


Che le donne siano il reale motore del mondo è cosa nota, e, nonostante io sia uno zuccone tremendo, me ne convinco ogni giorno di più. Flora è arrivata in Valsugana con la chiara intenzione di fare questo giro e…gira e rigira lo abbiamo fatto. Era diverso tempo che lo stava studiando, e andava leggendo e rileggendo relazioni su relazioni. Le descrizioni del giro sul web si trovano su diversi siti…e lei  li ha fatti passare tutti. Le relazioni portano i pareri più discordi, e questo scombinava un po’ i piani della mia dolce signora. Qualcuno relazionava il sentiero della pace che scende verso Caldonazzo come difficile, altri come facilissimo…altre relazioni parlavano di cavi, passerelle, passaggi esigui…chi più ne ha, più ne metta. Un bel dilemma! Tanto per cominciare abbiamo ispezionato parte del percorso di ritorno durante un bel trekking sulle pendici del monte Cimon. Il tratto fatto era decisamente facile …. Personalmente ero preoccupato dalla possibilità di trovare neve ghiacciata sul sentiero esposto a nord…se poi il sentiero fosse stato esile e molto esposto, il problema poteva essere serio.
Dopo tanto leggere e parlare, questa mattina si decide di  partire all'avventura. Decidiamo di percorrere in salita la Kaiserjagerstrasse, poi una volta arrivati a Spiazzo Alto avremmo potuto valutare il da farsi, con calma.
Partiamo quindi in media mattinata con l’aria fresca fresca alla volta di Lochere, da dove parte la SS133….la famosa Kaiserjagerstrasse o strada del Menador. La strada è asfaltata e sale con pendenza decisa ma molto costante. In altre parole si lascia pedalare volentieri anche se non è proprio uno zuccherino.
Il fianco della montagna è inciso dalla strada che i Kaiserjager impiegavano per far giungere i rifornimenti alle truppe sugli altipiani di Folgaria-Luserna-Lavarone. I cartelli stradali avvertono l'utenza che la pendenza  è del 12%...e in molti lunghi tratti il 12% è veramente tale.
  In realtà la prima parte sembra meno cruda, anche se sale decisa. Probabilmente abbiamo le gambe ancora fresche e sopportiamo bene le pendenze.
Dopo un po’ arriviamo uno spiazzo dove è presente una lapide che ricorda la costruzione della strada da parte dei Kaisejager.

Il panorama che si gode da qui è veramente splendido e la giornata tersa con il cielo azzurro intenso ne aumenta la valenza.
Ora si vedono entrambi i laghi e lo spettacolo delle dolomiti di Brenta  sullo sfondo è davvero bello.
Cartelli stradali ci indicano che siamo in prossimità delle gallerie che contraddistinguono questo tratto di via. Dopo poco ci troviamo a pedalare in uno stretto budello e passiamo entro gallerie adatte al transito di veicoli d’altri tempi…una sensazione davvero unica.



La strada si impenna in ripidi tornanti e il 12% mi sembra un po’ stretto.
Flora stringe i denti e continua a pedalare, lenta ma costante. I km passano regolari. Qua e la ci fermiamo a scattare qualche foto.
In questo modo abbiamo anche il tempo e il modo di rifiatare.
Un’aria fresca e pungente ci annuncia l’arrivo al valico di Spiazzo Alto.
Evviva. Flora è gasata e felice….potrebbe andare ovunque…o quasi. Subito dopo il valico un cartello ci indica perentorio: Sentiero della Pace-cimitero Austroungarico.
La cosa è invitante. Non sappiamo come sarà….ma ci avviamo. Il mio unico timore è quello di trovare neve sul tracciato…
La strada forestale è larga e sufficientemente comoda, corre in una bella pineta e d’estate deve essere fresca e rilassante.
L'atmosfera è tersa e l'aria limpida ma assai fresca, forse anche troppo, e dobbiamo coprirci. Dopo un primo tratto in salita, la via comincia a scendere….ma… come pensavo c’è la neve, anzi il ghiaccio.
Siamo sui percorsi dedicati alle Fat Bike….ma noi abbiamo due bici normali…e quindi dobbiamo prestare molta attenzione a non volare a gambe all’aria…il ghiaccio è duro.  Dobbiamo destreggiarci da equilibristi per riuscire a percorrere la strada in sella. In qualche tratto davvero brutto siamo costretti a scendere di sella, ma ci sta. Con molta attenzione arriviamo al Cimitero di Guerra Austroungarico.
Ci fermiamo a visitare e rendiamo omaggio ai ragazzi sepolti.
Quante giovani  vite stroncate da guerra inutile…
A loro dedichiamo un bel mazzetto di viole...

Su una bella panchina al sole ci concediamo un attimo di sosta per sgranocchiare qualcosa.
Abbiamo bisogno di mettere dentro qualcosa per ripristinare le energie disperse. Attraversiamo Slaghenaufi e ci reimmettiamo in un sentiero assai divertente che ci fa arrivare fino a Bertoldi.Cartelli segnaletici ci indicano che siamo sul tracciato della 100 km dei Forti. In alcuni tratti la percorriamo nel senso corretto, in altri momenti ci accorgiamo che siamo in senso contrario, chissà che giro fa! Devo assolutamente scaricare la traccia e...appena le condizioni di tempo e terreno lo permetteranno, dobbiamo venire a pedalare su queste strade. Paradossalmente la Grande Guerra, oltre alla grande distruzione, ha portato anche qualche beneficio per queste terre martoriate dai cannoni e dai combattimenti. A detta degli storici e confermato dagli stessi abitanti, la Grande Guerra ha portato alla costruzione di centinaia di chilometri di ampie e solide strade militari. Queste strade hanno contribuito in modo determinante alla crescita economica e turistica di queste zone. Una volta queste vie erano percorse da soldati e cannoni, ora sciatori, mtbikers, escursionisti le calcano assiduamente con finalità ben diverse!
Qui una invitante pasticceria ci impone una fermata per un caldo caffè. L’aria fredda ci impone una sosta al caldo. Un caffè bollente è assolutamente necessario. Poi iniziamo la discesa. L’idea è di arrivare per strada asfaltata fino al passo della Fricca e di qui, vedere come scendere, off road, a Caldonazzo. Al bivio per Chiesa un cartello ci indica la direzione per il Sentiero Della Pace e Caldonazzo…La strada è larga ed invitante….sappiamo che poi peggiorerà….ma ci facciamo coinvolgere e seguiamo l’istinto.
Pedaliamo tranquilli sull’ampia carraia in leggera salita. Il bosco tiepido ed invitante ci accoglie festoso.
Pochi sono i fiori che sono sbocciati, ma nell’aria fresca e mossa gli uccellini svolazzano e cinguettano allegri. Ma, come temevo, una rondine non fa primavera! Siamo saliti di quota portandoci all’altezza neve di prima sull’altro versante. Come la strada si volge a nord la neve dura invade la carreggiata.
Qua e la si riesce a pedalare, altre volte, siamo costretti a scendere e spingere.
Poi, nuovamente, quando ci si espone al sole, la via diventa ben pedalabile. E così via…. Arriviamo in breve al Punto Panoramico e al Dosso del Monco. Qualche foto è d’obbligo….il bel panorama sulla vallata e sui monti innevati merita ampiamente la sosta.
Di qui in avanti la strada forestale diventa una tracciola esile (ma non troppo) che cala velocemente a valle.

Vista così non sembra nulla di terribile….ma dietro ogni curva si cela il mistero. Quindi scendiamo concentrati e assai guardinghi. Il mio timore è quello di trovare tratti ghiacciati o innevati su sentiero stretto ed esposto. I miei timori si traducono in realtà quanto prima.
Qua e la dobbiamo prudentemente scendere e far passare le bici con circospezione per evitare che svolazzino verso il basso in malo modo. Con molta circospezione passiamo anche noi. Un paio di punti con sentiero franato ci impongono ugual riguardo. Per il resto il sentiero non presenta difficoltà tecniche. Le pendenze sono più che tranquille. Resta comunque la grande esposizione.
E’ consigliabile non farsi prendere la mano dall’euforia e mantenere il controllo pieno del mezzo. Il sentiero è bello pulito che sembra spazzolato.
Un paio di punti sono coperti da foglie, ma niente di più. Ad un certo momento la traccia piega bruscamente a sinistra con un doppio tornante molto stretto e in pendenza….ma poi si rimette subito al tranquillo e si va che è un piacere.
Quando usciamo dal bosco inizia il tratto più emozionante e faticoso. Ci troviamo davanti una serie si scale in discesa e in salita.
Non ci penso nemmeno a fare queste scale in discesa…. Se mi scivola la ruota mi ritrovo a Caldonazzo in un nanosecondo… Molto meglio caricarsi la bici in spalla e fare un po’ di portage. Fortunatamente ho la Scalpel….che è davvero leggera….
Do una mano a Flora che deve amministrare una bici un po’ più pesante. Ora non ci resta che passare qualche passerella
su ampi canaloni….et voilà….siamo al bivio col sentiero 225 dove eravamo arrivati ieri a piedi. Ora sappiamo benissimo come è il sentiero fino giù….
Mano a mano che scendiamo il sentiero si allarga fino a diventare ampia strada forestale.



Lasciamo correre le nostre mtb sul fondo compatto. Poi facciamo una deviazione fino ad Aonè, e seguiamo la ippovia per rientrare a Caldonazzo.
Ci siamo meritati una bella porzione di Treccia Mochena!!!
Ora in ciclabile fino al nostro camper a Levico….


Nessun commento:

Posta un commento