martedì 19 settembre 2017

Grande Guerra Mtb: Monte Fior (sulle tracce della Brigata Sassari)

L'Altipiano è quello di Asiago, l'anno dal Giugno 1916 al Luglio 1917. Un periodo di continui assalti a trincee inespugnabili, di battaglie assurde volute da comandanti imbevuti di retorica patriottica e di vanità, di episodi spesso tragici e talvolta grotteschi, attraverso i quali la guerra viene rivelata nella sua dura realtà di "ozio e sangue", di "fango e cognac".
A seguito della Strafexpedition la Brigata Sassari venne rapidamente spostata dall'Isonzo all'altopiano di Asiago e il 5 Giugno sul monte Fior si scontrò con i determinati bosno-erzegovesi, forza di assalto della 6° Divisione AU. E fu epica battaglia tra i bosniaci e i sardi della Sassari e gli alpini dei battaglioni alpini Morbegno, Val Maira, Argentera e Monviso. Assalti e controattacchi, durarono 3 giorni. Poi dopo un periodo di apparente calma gli AU (nella notte tra il 24 e il 25 giugno) si ritirarono su posizioni più facili a difendere.
Dopo aver letto il bel libro di Lussu, decidiamo di salire sui citati monti Spil e Fior. Abbiamo scaricato un tracciato gpx e partendo da Gallio (dove siamo accampati col nostro fedele camperone) cominciamo a pedalare alla volta del monte Fior.
Percorriamo lungamente la strada per Enego o la costeggiamo per belle stradine secondarie. Qualche carraia ci permette di uscire dall'asfalto.
Lasciamo la strada per Enego e seguiamo una tranquilla asfaltata verso Malga Fratta. Alla Malga lasciamo definitivamente l'asfalto e cominciamo a salire per una bella militare.


 Le previsioni meteo non erano splendide, ma rischiamo cmq e saliamo mentre curiosi nuvoloni vanno e vengono, l'aria è calda e umida, ma il sole qua e là buca la nebbia e ci rischiara la via dandoci fiducia.
Ben presto incontriamo tracce e ricordi della GG.
Una croce con lapidi ricordo di caduti ... e ci fermiamo... Fotografiamo, non per curiosità, ma per raccogliere testimonianze....

Progrediamo lungo la bella militare alla volta di Malga Lora.  Una indicazione attrae la nostra attenzione. Parla di un monumento a fanti deceduti durante la difesa di una quota importante. Decidiamo di andare a vedere. Percorriamo un bel sentierino. Il monumento è nascosto nel bosco, e lo troviamo all'improvviso prestando parecchia attenzione, non vorremmo abbassarci troppo e dover risalire duramente (il nostro itinerario è già abbastanza tosto così come è).


Purtroppo non ci sono altre spiegazioni....lasciamo una preghiera per questi ragazzi e ritorniamo sulla militare principale e ci dirigiamo verso malga Lora dove arriviamo poco dopo.



Poco sopra Malga Lora incontriamo la lapide che ricorda le gesta della Brigata Sassari.


Malga Lora è sotto ai monti Spil, Fior e Castelgomberto. Qui si consumarono i furiosi combattimenti citati da Lussu. 
Ripercorriamo i giorni della Sassari:
"Gli austriaci, fermatisi davanti allo sbocco della Val Frenzela, avevano concentrate tutte le forze su monte Fior. Questo era difeso da gruppi di battaglioni alpini:il battaglione Val Maira, il battaglione dei Sette Comuni, il battaglione Bassano e alcuni altri di cui ho dimenticato i nomi. Erano tutti battaglioni regionali, reclutati nell'Alto Veneto. Essi combattevano attorno alle loro case........ Anche il I° e il II° battaglione del nostro reggimento vi erano stati mandati d'urgenza...... La tortuosa mulattiera finiva a Malga Lora, piccola conca spoglia d'alberi e ricca d'erba, aperta sotto le vette di Monte Fior..... La testa del battaglione vi arrivò alle prime luci del'alba, quando una colonna di feriti, curati nella Malga e trasportati in barella incominciò la discesa..... D' improvviso le raffiche di 2 mitragliatrici, dall'alto,  si abbatterono su di noi. .... Dopo la prima sorpresa, non tardammo a constatare che il nemico dominava lo sbocco della Malga.... -Prenda due portaordini,-mi disse il Maggiore- vada nella Malga e si informi di ciò che è avvenuto nella notte. Dica al comando degli alpini che noi siamo arrivati e che attendiamo ordini-......Con i due portaordini, di corsa, traversai il terreno che le mitragliatrici spazzavano e, in pochi minuti, mi trovai al coperto. Il comando dei gruppi alpini si vedeva, in fondo alla Malga, addossato al pendio. ..... Io mi presentai (all'ufficiale comandante) . Egli aveva l'elmetto in testa, e non si distinguevano i gradi; ma nel darmi la mano, mostrò i galloni della giubba. Era un colonnello....
Disse - Noi siamo malmessi e non abbiamo forze sufficienti per resistere. Non abbiamo artiglieria, tranne quella di forte Lisser, a 10 km, che mi ha ucciso un ufficiale e qualche soldato. Non abbiamo mitragliatrici. L'artiglieria nemica ce le ha messe tutte fuori uso. 
- Questa notte, siamo stati attaccati nella selletta da forze superiori. Tutta una compagnia è stata distrutta. Una compagnia del suo reggimento: la 4°. Non si è salvato nessun ufficiale. Aveva rimpiazzato uno dei miei battaglioni che è stato distrutto ieri, nel pomeriggio.....
- Dica al suo comandante che lei mi ha trovato qui, che lei ha trovato il colonnello Stringari, comandante dei gruppi alpini, deciso a morire. E gli dica che qui, noi, dobbiamo morire tutti. Tutti dobbiamo morire. E' il nostro dovere- ....
Ridiscesi di corsa e e riferii al maggiore. Quando gli dissi che dovevamo morire tutti , il maggiore ruppe in bestemmie (era toscano) . 
- Morire tutti? Incominci col morire lui. Affare suo. incominci lui. Faccia pure. Per noi, il problema è vivere, non morire. Ché, se moriamo tutti, gli austriaci scendono a Bassano fumando la pipa-.
Con queste parole nella mente lasciamo Malga Lora e pedaliamo lungo la bella militare verso la selletta che porta a monte Spill. La nebbia che va e viene ci trasporta indietro nel tempo. Ci sembra di sentire spari e cannonate, il gracchiare delle mitragliatrici Schwarzlose fa sentire il ritmico rumore ...
Viviamo una esperienza davvero strana. Sono scettico su questi trasporti, sarà autosuggestione...ma davvero ci sentiamo in un'altra dimensione. 

Ed eccoci alla sella di Monte Spill. 
Lussu ci racconta ancora i movimenti del suo battaglione.
" ...Il colonnello ordinava che il battaglione sospendesse l'azione alla selletta e, il più celermente possibile, prendesse posizione a monte Spill, di fronte a monte Fior" 
Leggendo il libro pensavo a chissà quale movimento di truppe, a chissà che distanze da coprire sotto il fuoco nemico....
Prosegue ancora il racconto di Lussu (tra le altre cose lungo la via sono presenti piccole bacheche con brani tratti dal libro).
"...era una operazione del tutto differente, perché la selletta era a destra di Malga Lora, mentre il monte Spill a sinistra.....Il battaglione scalava monte Spill, con fatica. Il terreno era difficile e coperto di cespugli. Un plotone della 9°, con il tenente Santini, marciava in esplorazione. Una pattuglia nemica, con mitragliatrice, cadde nelle sue mani. Noi non potemmo stabilire da dove fosse potuta passare, perché, di fronte a noi,  le nostre linee resistevano ancora. Probabilmente una pattuglia di un altro settore, sperduta. .... verso le cinque del pomeriggio arrivammo a monte Spill. Monte Fior resisteva ancora."
Letta così uno si aspetta chissà che cosa...anch'io mi aspettavo uno scenario ampio dove i battaglioni si spostassero con ampie manovre.... Arrivati li, è vero che noi si era in mtb e soprattutto non ci sparavano addosso, ma da Malga Lora alla sella di monte Spill ci saranno 500m..e da li alla cima del monte...veramente pochi metri. Monte Spill è veramente una gobba insignificante, davvero difficile da distinguere da monte Fior, poco più in là. Restano visibili le cicatrici di allora. Le trincee disegnano tetri zig-zag sul monte.


Il terreno ora è più facile, senza cespugli.... in pochi minuti si può salire direttamente da Malga Lora alla vetta....Viene difficile capire come una pattuglia si potesse essere persa e come un battaglione potesse impiegare tanto tempo a spostarsi di pochi metri...Bisogna fare mente locale e pensare al muoversi di tanti soldati, sotto il fuoco nemico, cannonate, e per di più senza conoscere il terreno...
Prosegue il racconto di Lussu.
"...Poco prima di mezzanotte il battaglione ricevette l'ordine di portarsi, al completo in prima linea su monte Fior, con tutte e quattro le compagnie, gli zappatori e la sezione mitragliatrici. Prendemmo posizione al buio, un pò alla rinfusa, occupando lo spazio che l'altra truppa, spostandosi a destra, ci aveva ceduto. Passammo tutta la notte scavando"
Anche noi da monte Spill ci trasferiamo su monte Fior...
Una salita dolce su un bel pendio erboso. Alla nostra destra e alla nostra sinistra si vedono bene le trincee scavate allora. In breve siamo in vetta.

In vetta c'è parecchia gente. Fortunatamente sono turisti della domenica come noi. Non sono armati e ci tolgono dalla trance storica. In vetta ci sono alcune bacheche esplicative.
Qualche ragazzino fa merenda e urla giocando con gli amici.
Ben altra situazione 100 anni fa.... meglio così. Dalla cima si vede il vicinissimo monte Castelgomberto e la sottostante Malga Lora.
In vetta si vedono bene le trincee e i ripari scavati dalla Sassari



....che ancora racconta:
"...la situazione era difficile, e ce ne accorgemmo all'alba, quando gli austriaci aprirono il fuoco.
Nell'ordine che c'era stato comunicato, era scritto:<< Bisogna rimanere aggrappati al terreno, con le unghie e con i denti>>. La frase, d'odore letterario, rendeva peraltro con sufficiente approssimazione la posizione di ciascuno di noi. Le trincee erano infatti improvvisate, sul terreno nudo, senza scavi profondi, senza sacchetti a terra, senza parapetti. .... Stavamo stesi ventre a terra, la testa appena riparata da qualche sasso e da zolle. Ad ogni raffica di mitragliatrice, ad ogni sibilo di granata, istintivamente, noi facevamo ancora uno sforzo per occupare meno spazio e offrire meno vulnerabilità, schiacciandoci sempre più sul terreno, appiattiti fino alla linea del suolo. Il bombardamento dell'artiglieria era fatto, oltre che da tutti i pezzi da campagna appostati nella conca d'Asiago, dai grossi calibri. Per la prima volta, i 305 e i 420 entravano in azione sull'Altipiano. Questi ultimi, noi non li conoscevamo ancora. La traiettoria produceva un rumore speciale, un boato gigantesco, che s'interrompeva, di tanto in tanto, per riprendere, sempre più crescente, fino all'esplosione finale. Trombe di terra, sassi, e frantumi di corpi si elevavano altissimi, e ricadevano lontani...Nello scavo prodotto poteva prendere posto un plotone ammassato....Rari colpi toccavano la prima linea. La gran parte si rovesciava alle nostre spalle, verso i due grandi avvallamenti laterali e attorno a monte Spill ( l'artiglieria austriaca non sbagliava l'obiettivo. Di proposito colpiva la seconda linea in modo che la prima linea non avesse modo di ritirarsi e dalle retrovie non giungessero rinforzi per eventuali contrattacchi. Prima di un assalto si colpiva la prima linea e poi si allungava il tiro per colpire le retrovie e si tirava specialmente sulle batterie di artiglierie nemiche) Tutto il terreno tremava sotto i nostri piedi. Un terremoto sconvolgeva la montagna."

Ora su questa cima, di per sé insignificante, scivola la nebbia, ragazzini che chiacchierano, gente che fa merenda. Noi con le nostre mtb ci guardiamo attorno fra lo stupito e il deluso. La lettura del libro di Lussu ci aveva fatto pensare ad un monte grande, con pareti inaccessibili.... ora solo prati, erba....mucche...tranquille mucche che pascolano....e la nebbia che va e viene, trasportandoci a tratti indietro nel tempo....e ci pare di sentire arrivare una granata da 305....mannooo è solo il rombo di un jet, un modernissimo jet....
Lasciamo monte Fior e torniamo verso monte Spill e la bianca strada militare che porta alla malga appena sotto.
Anche ai ragazzi della Sassari fu ordinato di ripiegare su monte Spill.
" Un ordine scritto del comandante del settore ci rimise in movimento. L'ordine diceva:<< il nemico ha potuto prendere posizione in più punti. La linea di monte Fior non è più sostenibile....il battaglione ripieghi su monte Spill>>"
E leggendo pensavo a chissà quale ripiegamento a chissà quale grande perdita di terreno...niente di tutto questo....monte Spill è appena dietro monte Fior, ci saranno 300m ....monte Spill è solo un pò più basso....
"ripiegammo per compagnie e riportammo indietro i morti....A monte Fior avevamo lasciato un velo di vedette. Esse dovevano sparare qualche colpo di fucile ogni tanto e ritirarsi al primo tentativo di avanzata nemica.....Io ero in linea nel punto più elevato di monte Spill, e guardavo monte Fior. Gli austriaci vi affluivano disordinatamente....Tutta la cresta del monte fu gremita di truppe.....Nelle posizioni nemiche ...i battaglioni si agitavano, urlavano e salutavano.... Hurrà....Hurrà, gli austriaci agitavano fucili e berretti verso di noi....io non mi rendevo conto di quella festa, poi mi voltai e capii...Di fronte, tutta illuminata dal sole, come un immenso manto ricoperto di perlescintillanti, si stendeva la pianura veneta. Sotto, Bassano, e il Brenta; e poi più in fondo a destra Verona, Vicenza, Treviso, Padova. In fondo a sinistra Venezia!!"
Monte Fior fu ripreso qualche giorno dopo, senza perdite di vite umane. La spinta della Strafexpetion si era esaurita e gli austriaci si erano ritirati su posizioni sicure.
Anche noi abbiamo abbandonato monte Fior e monte Spill per scendere lungo la bella strada bianca alla volta di Malga Montagnanova. Lasciamo la ampia strada bianca e scendiamo per single track verso le ardite formazioni rocciose che contraddistinguono le Melette

Lo splendido sentiero corre sotto queste formazioni rocciose a strati dai colori stravaganti che danno movimento alla roccia, li ferma da millenni...
Scendiamo lenti, un pò per attenzione, un pò per avere la possibilità di osservare meglio queste "lasagne" di roccia.
il sentiero piuttosto scorrevole, a volte si intrufola nelle formazioni rocciose e diventa insidioso. 
A ciò si aggiunga una comitiva di escursionisti accampati sul sentiero a pranzare....Passiamo leggeri con le nostre ruote tassellate per non rovinare le loro tovaglie fresche di lavatrice....
Mugugnando ci guardano mentre lentamente zigzaghiamo fra di loro....
Proseguiamo lungo il nostro bel sentiero




Dopo un sensibile salto roccioso (che superiamo trasportando a mano le bici), arriviamo a malga Slapeur 

Il cielo va annuvolando e l'aria si fa fresca, si sente odore d'acqua. Temo che la pioggia possa arrivare prima del previsto e rovinarci la escursione. In maglietta si resiste appena. Cominciamo ad aver fame ma decidiamo di andare avanti. Flora comincia ad accusare un dolore al ginocchio ma tiene duro.
Poco dopo arriviamo presso il monumento commemorativo per i caduti bosniaci dell'esercito austroungarico
Ci disturba parecchio che ci siano bambini che giocano sul monumento e gente parcheggiata ovunque che banchetta incurante del monumento dedicato a tanti giovani defunti...Non importa che essi siano "nostri" o "nemici", sono sempre ragazzi che hanno dato la loro giovane vita per la loro patria. Contrariati e un pò tristi proseguiamo per il nostro percorso. 
Prosegue il nostro "viaggio" per strade militari mentre i nuvoloni si fanno sempre più minacciosi si aggirano sui monti e una nebbia fastidiosa si raffredda non poco


Entriamo sulle piste da sci e ci fermiamo a mangiare presso l'arrivo di un impianto. Ci ripariamo alla meglio dietro un muro al riparo dall'aria fredda. Mentre consumiamo in fretta il nostro magro pasto di barrette, pensiamo ai poveri soldati che mangiavano la fredda sbobba dentro le gavette. Che piovessero granate o ci fosse calma, il loro pasto era triste e sovente freddo. Ma la fame era tanta, qualche goccio di vino portava un pò di coraggio e forse anche un minimo di allegria. Già, nonostante la situazione, si rideva anche...a volte..e a volte si cantava anche (parole di Lussu confessate a Mario Rigoni Stern alla fine della proiezione del film "Uomini Contro"). 
Scendiamo lungo nude e verdi piste da sci e ricominciamo il nostro andare per strade militari. 
Il ginocchio di Flora dolora parecchio e decidiamo di accorciare il percorso. Nel nostro pedalare verso Campomulo incontriamo il monumento dedicato ad un fante. 


Il giovane tenente di fanteria morì durante la offensiva austriaca del novembre del '17 in seguito al disastro di Caporetto, quando le truppe italiane si arroccarono sul Piave e sul Grappa. Qui sull'altopiano ci si ritirò fino al limite meridionale dello stesso. Il giovane tenente fu spazzato via probabilmente da scoppi di granata e il suo corpo non fu mai più ritrovato. 
Gli dedichiamo una preghiera commossa, mentre attorno a noi le mucche pascolano tranquille ed ignare. Ed è giusto così...


Con Flora dolorante arriviamo a Campomulo. Prendiamo qualcosa di veloce e caldo e cominciamo a scendere verso Gallio mentre una pioggerella sottile e fastidiosa comincia a scendere. 
Fortunatamente dura pochissimo ed arriviamo ad Asiago che c'è il sole e ci scalda un pò. 
Andiamo alla ricerca di una farmacia per un antidolorifico....
Più tardi, in piazza ci sarà il concerto della fanfara della Brigata Sassari. Decidiamo di aspettare e nel frattempo facciamo un salto al Leiten. Mentre le note del "Silenzio" sanciscono l'ora di chiusura all'accesso del Leiten, notiamo parecchi figuranti vestiti con le divise della Grande Guerra. Guardiamo bene e vediamo le mostrine della Sassari. Fra i figuranti girano anche ufficiali di alto grado dell' esercito. 

Andiamo in piazza e ci appostiamo per il concerto. 

Splendido concerto.... Intanto che ascoltiamo facciamo amicizia con un giovane soldato della Sassari.
La sera avanza e dobbiamo rientrare a Gallio in campeggio. 
Percorriamo il sentiero che costeggia il Leiten, mentre il sole tramonta illuminando in modo suggestivo il grande sacrario (56000 morti)



E' possibile visionare il filmato della nostra escursione al seguente indirizzo:

buona visione

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